Casale Monferrato 28 aprile 2011

In occasione della 6a giornata mondiale delle vittime dell’amianto celebrata a Casale Monferrato il 28 aprile 2011, con la partecipazione di delegazioni provenienti da Stati Uniti, Brasile, Francia, Messico, Spagna, Svizzera, Italia, Gran Bretagna e da numerose regioni italiane, organizzazioni sindacali italiane  di altri paesi, si è approvato il seguente ordine del giorno:

  • data la nocività dell’amianto, è indispensabile e urgente eliminarlo completamente dall’ambiente umano.

  • In Europa, è stata creata una tragedia di immense proporzioni a causa dell’uso industriale dell’amianto. Come conseguenza, sono già avvenute centinaia di migliaia di morti. Si tratta di un dato sottostimato, poiché  le informazioni su questa tragedia umanitaria sono tragicamente incomplete.

Attualmente l’epidemia di malattie causate dall’amianto si è estesa ai paesi in via di sviluppo, che stanno continuando ad usare amianto. L’esistenza di un doppio standard tra paesi industrializzati e in via di industrializzazione è eticamente ingiustificabile e moralmente corrotta.

Vi è un imperativo morale ad avviare iniziative di tipo medico e scientifico per prevenire l’insorgenza di malattie causate dall’amianto. Molti cittadini sono a rischio di malattie, a causa della presenza di fibre mortali nei loro polmoni. La ricerca che riguardi la prevenzione deve avere la più elevata priorità. E’ necessario pervenire ad una strategia che riguardi la diagnosi precoce e protocolli terapeutici (per asbestosi e tumori causati dall’amianto) e che questa venga costantemente aggiornata.

  • Il cosiddetto “uso controllato” dell’amianto è semplice propaganda commerciale che imbroglia le popolazioni non informate e vulnerabili, incapaci di valutare i rischi che presentano tutti i tipi commerciali di amianto. E’ imperativo che il crisotilo (amianto bianco) sia incluso nella Convenzione di Rotterdam tra le sostanze per le quali è richiesto preventivamente un consenso informato da parte dei paesi che lo ricevono per importazione.

  • L’esposizione ambientale causata dall’estrazione di amianto e dai suoi usi costituisce un’altra catastrofe umanitaria che coinvolge la salute di questa e delle future generazioni. Nelle aree delle nostre comunità come Casale Monferrato e Bari, Italia, Corsica, Francia, Widnes, UK e Getafe, Spagna, permane un inquinamento diffuso nell’aria, acqua,  suolo e edifici.

  • Le comunità colpite  che stanno cercando di agire per attenuare gli inquinamenti da amianto devono ricevere e devono ottenere il sostegno delle Agenzie Internazionali, delle Autorità regionali e dei Governi nazionali: è essenziale identificare le aree che sono state inquinate da decenni di sfruttamento dell’amianto e mettere a disposizione i fondi necessari,  rendere disponibile le conoscenze tecniche che sono necessarie per affrontare in maniera esaustiva il lascito negativo dell’amianto.

  • Il procedimento giudiziario che si è svolto in UK contro la Cape Asbestos ed ora quello in svolgimento a Torino contro gli azionisti di controllo della multinazionale ETERNIT, rappresentano il simbolo concreto delle battaglie per ottenere giustizia da parte delle vittime dell’amianto.

Nel procedimento giudiziario in Italia, più di 6000 persone si sono costituite parte civile.

Questi procedimenti giudiziari mostrano l’importanza di assumere una prospettiva internazionale per quanto riguarda i diritti delle vittime e i crimini legati all’amianto determinati dalle multinazionali.

  • Tutte le vittime di malattie causate dall’amianto (quelle maligne e le altre) hanno il diritto di essere indennizzate, indipendentemente dal fatto che la malattia si sia determinata per cause lavorative, ambientali, domestiche o di altro genere.

In prima istanza, l’indennizzo deve essere reso operativo in tempi rapidi e deve essere di giusta entità. L’esperienza francese (FIVA) rappresenta un esempio di come questo può essere raggiunto.

Se viene dato avvio ad un fondo, questo deve essere finanziato da contributi che derivino da datori di lavoro privati e pubblici. In ogni caso, deve essere salvaguardato il diritto legale di procedere con cause civili o penali riguardo ai danni e alle responsabilità.

In conclusione, affermiamo che l’industria dell’amianto è una industria criminale, che ha esposto  grandi quantità di persone a rischi mortali pur di conseguire un profitto.

Domandiamo giustizia.

 

Redatto e firmato :

AFEVA Associazione Famigliari Vittime Amianto   –  Casale Monferrato   (Italia)

ANDEVA Association Nationale de defende des Victimes de l’Amiante      (Francia)

ABREA Associacao   Brasileira   dos  Expostos   ao  Amianto            (Brasile)

CILAS Centro de investigation Laboral  y  Asesoria Sindacal       (Messico)

ADAO Asbestos Disease Awareness Organization    ( Stati Uniti)

FEDAVICA Federación de Asociaciones de Victimas y Colectivos del Amianto   (Spagna)

CCOO Confederación Sindical de Comisiones Obreras        (Spagna)

Mutuelles de France Federation des mutuelles de France       (Francia)

AFVA Associazione Familiari Vittime Amianto –   Bari          ( Italia)

FBF Fondazione Bepi Ferro –      Padova  (Italia)

E & P Epidemiologia e Prevenzione  – Rivista dell’Ass.Italiana Epidemiologia (Italia)

SICUREZZA E LAVORO Sicurezza e Lavoro  –  Periodico       (Italia)

UNIA Unione Sindacale Svizzera    ( Svizzera)

CGIL Confederazione generale del Lavoro – Casale Monferrato (Italia)

CISL Confederazione Italiana Sindacato Lvoratori -Casale Monferrato (Italia)

UIL – ADA Unione Italiana Lavoratori  e Associazione Difesa Anziani – Casale M.(Italia)

CGIL -Milano Confederazione Generale Italiana Lavoro

CGIL-CISL-UIL Provinciale Alessandria e Regionale Piemonte

Comunità S.Egidio Firenze e Livorno

Associazione Vittime di Viareggio

Associazione Vittime “Moby Prince” Livorno

Associazione Vittime Legami Speciali – Thyssen Krupp Torino

Comitato ex lavoratori  tessitura SIA Grugliasco e Torino








 

Tags: , , ,

Lascia un commento su Anonimo

Puoi usare questi tags per formattare il tuo commmento: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>