Entriamo nel centro di Casale Monferrato in questa mattina di fine aprile, il cielo coperto minaccia pioggia.
È il 28 Aprile 2011 – 6a Giornata mondiale delle Vittime dell’Amianto e noi facciamo parte della delegazione dell’Associazione Familiari Vittime Amianto della città di Bari, invitata da quella casalese a partecipare al convegno di lotta Un mondo senza amianto assieme a diverse altre delegazioni italiane ed estere (Messico, Stati Uniti, Brasile, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Svizzera) di associazioni di familiari delle vittime dell’amianto, di esposti, rappresentanze sindacali, politiche, mediche e giuridiche esperte delle questioni legate all’amianto.
Ad ogni angolo di strada, da molti balconi, da molte vetrine sventolano le bandiere italiane issate a celebrare l’unità d’Italia che si sono unite a quelle per  lanciare il messaggio Eternit: giustizia. Giustizia in questa bella cittadina italiana martoriata da un terribile disastro umano e ambientale.
Non ero mai stata prima a Casale Monferrato.
Fa male ammirare la bellezza delle colline, dei canali, degli edifici: bellezza violentata dalla presenza inquietante e imponente dello stabilimento Eternit, a poche centinaia di metri dall’elegante Teatro Comunale e dalla Piazza del Castello.
Il teatro, così come ci appare oggi, è stato inaugurato nel 1791 e dai contemporanei fu considerato il miglior teatro del Regno di Sardegna, dopo quello di Torino.
Quando la sera risuonerà, nel buio, delle note del Dies Irae di Mozart, grazie alla performance che il Casale Coro, dall’alto del loggione, ha splendidamente eseguito e donato ai presenti prima della proiezione del film documentario  “Polvere”  Il grande processo dell’amianto di Niccolò Bruna e Andrea Prandstraller, per un momento, nonostante l’intensità del Dies Irae così drammaticamente contingente alle questioni affrontate durante tutto il giorno nello stesso luogo, mi sembra di trovarmi “semplicemente” in un bel teatro per seguire un’opera.
Ho dimenticato l’orrore dell’amianto e c’è solo la bellezza dell’arte. Ma è solo un attimo. Ripenso immediatamente al corteo silenzioso, nel pomeriggio, allo stabilimento dell’Eternit, presenza spettrale e minacciosa.
Mi immagino i ragazzi e le ragazze, giovani donne e uomini, persone più anziane, che vi andavano a lavorare in bicicletta, con la prima auto pagata a rate, ogni giorno per venti, trent’anni, puntuali sul posto di lavoro, troppo in ritardo per conoscere il male tenuto volontariamente nascosto da chi invece sapeva e non ha pensato ad altro che ai propri interessi economici.

Il programma del convegno è molto ricco e gli interventi tutti interessanti.

Ci accoglie il Sindaco di Casale Monferrato Giorgio Demezzi, il quale apre ufficialmente il convegno.
Si ribadisce da parte delle amministrazioni locali l’impegno a fare di Casale Monferrato un centro d’avanguardia nella ricerca e nella cura del mesotelioma pleurico, il cancro strettamente legato all’inalazione di fibre d’amianto, causa di molte vittime a Casale Monferrato e in misura minore, ma non per questo meno significativa, in altre città d’Italia, fra cui Bari, dove la più grande fonte d’inquinamento legato alla dispersione di fibre d’amianto è stato lo stabilimento Fibronit, nel cuore della città.
Purtroppo la ricerca scientifica per la cura del mesotelioma pleurico non è molto incoraggiata da investimenti economici. Nonostante il numero delle persone che contraggono questa grave patologia sia in aumento e il picco per l’Italia sia previsto fra qualche anno, i “casi” per incentivare la ricerca scientifica in questo ambito sono ritenuti ancora troppo pochi, in base alla logica dei numeri economici e dei dati statistici.
Gli operai che hanno lavorato con l’amianto, in passato, i loro familiari e i comuni cittadini, oggi, continuano ad essere offesi nella loro dignità di donne e uomini: i loro progetti di vita spezzati, i loro corpi afflitti non sono casuali incidenti di percorso o numeri nel calcolo delle probabilità, ma sono l’effetto di logiche di potere e di mercato, le stesse logiche che hanno portato coloro che hanno perseguito unicamente il proprio profitto economico a tenere all’oscuro della pericolosità dell’amianto, pur essendone a conoscenza, i lavoratori e i cittadini.
Secondo le stime dell’International Labour Organization (ILO) il bilancio mondiale delle vittime per l’esposizione professionale all’amianto è di almeno 100.000 all’anno, cui vanno aggiunti molti altri casi di patologie asbesto correlate per esposizione ambientale e domestica.
Nel 2000 i Paesi che avevano bandito l’amianto erano 18, nel 2010 55; nel 2000 in 66 Paesi si consumava amianto, nel 2010 in 39.
L’obiettivo del convegno di lotta Un mondo senza amianto è quello di redigere un documento mediante il quale avanzare delle istanze presso le principali istituzioni e organizzazioni europee e mondiali per l’ambiente, il lavoro e la sanità.
Bruno Pesce, presidente dell’Associazione Famigliari Vittime Amianto (AFeVA) di Casale Monferrato, portavoce per l’Italia, sottolinea l’importanza simbolica del processo Eternit che si sta svolgendo a Torino, nel quale i principali azionisti di controllo, il barone belga Jean-Louis De Cartier De Marchienne e lo svizzero Stephan Schmidheiny, sono accusati di disastro ambientale doloso permanente. È probabile che nel prossimo futuro si avvierà un processo bis per omicidio e questo riguarderebbe anche i lavoratori italiani impiegati presso gli stabilimenti Eternit in Svizzera.
Casale Monferrato è tristemente diventata un punto di riferimento per le altre cittadine, italiane e straniere, per le sperimentazioni di diversi protocolli su come affrontare la bonifica, per la diagnosi e la cura del mesotelioma pleurico.
Su circa 1200 casi di mesotelioma pleurico registrati in Italia, 40/50 sono a Casale M. e di questi l’80% è causato da esposizione ambientale alle fibre d’amianto.
Bisogna estendere la consapevolezza del rischio e della tragedia dell’amianto e ottenere giustizia per tutte le morti, a memoria di tutte delle morti.

I punti salienti del documento finale redatto al termine del convegno tenutosi a Casale Monferrato il 28 e il 29 Aprile 2011 sono:

1. Data la nocività dell’amianto per l’uomo è indispensabile e urgente eliminare dall’ambiente umano qualsiasi causa di dispersione delle sue fibre sottili;

2. Bisogna migliorare la qualità e la quantità dei dati epidemiologici relativi alla situazione europea, fortemente interessata negli anni passati dall’uso industriale dell’amianto;

3. È moralmente ingiustificabile l’attuale divario fra i Paesi che utilizzano l’amianto e quelli che lo hanno bandito dal proprio territorio nazionale;

4. Bisogna inserire l’amianto crisotilo nell’elenco dei materiali nocivi per l’uomo e vietarne l’uso commerciale presso le popolazioni, tenute volutamente inconsapevoli dei rischi e per questo ancora più vulnerabili;

5. Fare una mappatura mondiale delle zone più colpite da inquinamento ambientale dovuto all’amianto;

6. Sostenere la ricerca scientifica relativa alla prevenzione e alla cura delle patologie asbesto-correlate (diagnosi tempestiva, trattamento) e aggiornare i dati scientifici attuali;

7. Fare in modo che le agenzie regionali e nazionali supportino le spese di bonifica per le città colpite da inquinamento ambientale dovuto alla presenza di amianto;

8. Fare del processo di Torino, durante il quale si sono costituite oltre 6.000 parti civili contro la multinazionale Eternit, un simbolo iconico per la lotta in nome della giustizia delle vittime dell’amianto in tutto il mondo;

9. Prendere spunto dall’esperienza francese per l’istituzione di un fondo di risarcimento per le vittime dell’amianto, a prescindere dal tipo di esposizione, e conservare il diritto di avviare azioni penali contro i datori di lavoro, anche per coloro che abbiano ricevuto un indennizzo. Tale indennizzo dovrebbe essere equo e veloce, essere elargito in maniera efficiente e giusta e il fondo essere finanziato in primo luogo dalle contribuzioni delle aziende, delle multinazionali, delle società pubbliche e private che hanno tratto un beneficio economico a danno della salute di lavoratori e cittadini;

10. Promuovere nella Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto una raccolta fondi per la ricerca scientifica, rivolgendosi in primo luogo agli interlocutori pubblici, in modo da migliorare lo stato attuale della scienza riguardo alle patologie asbesto-correlate, fra le quali la più grave è il mesotelioma pleurico, il cancro ancora oggi considerato inguaribile, ma non per questo incurabile.

Sono orgogliosa di aver fatto parte della delegazione dell’Associazione Familiari Vittime Amianto di Bari al convegno di lotta Un mondo senza amianto.
Il confronto delle testimonianze, tutte così diverse eppure così uguali nella tragedia vissuta, l’energia di tutte queste “vittime” che fortunatamente non si rassegnano e lottano insieme per migliorare le condizioni di vita e di lavoro di tutti, la cordialità dei casalesi che ci hanno accolto e ospitato in questi due giorni mi lascia una bella sensazione: qualcosa, insieme, si può e si deve cambiare perché la logica del profitto economico basata sullo sfruttamento dell’uomo sugli altri uomini e sull’ambiente che lo circonda non è affatto naturale e immutabile, deve cessare per dare spazio e rispetto alla comune umanità di ognuno.

Agata Mazzeo

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