VITTIME AMIANTO biglietto-01 (1)Questa Piantina è come l’amore….

E’ forte e resistente, perché nutrendola giorno dopo giorno resta viva e cresce sempre di più…prendendosi cura di essa sarà come rigenerare di volta in volta la speranza per tutte le vittime colpite dall’amianto; abbiate cura dell’ambiente per una vita migliore e per vincere una lunga battaglia.

 

Sono le parole che Anna , combattente contro il mesotelioma, mi ha inviato via email da trascrivere nel biglietto che accompagnava le piantine da vendere prima di Natale per la raccolta fondi da destinare alla nostra associazione e da qui alla Ricerca scientifica per la cura del mesotelioma. Durante la settimana precedente nel confezionare, insieme a Chiara e Angela, inseparabili amiche con cui aveva fatto la “Bambolina della Speranza” e raccolta fondi per la ricerca inviandoli al GIMe. Gruppo Italiano Mesotelioma mi sollecitava di andare da Don Angelo il Parroco della Chiesa San Sabino per chiedere il permesso di allestire il banchetto per vendere le piantine, una domenica prima delle feste di Natale.

Mi apprestavo a dirle che potevamo allestire la domenica prima di Natale e non il giorno 8 festa dell’Immacolata poiché c’erano quelli della Caritas, il telefono stranamente squillava a vuoto, chiamai il numero fisso di casa ma anche quello rimase senza risposta. Avvertii che le era successo qualcosa, chiamai al numero di Matteo il marito, si trovavano in ospedale in quanto Anna aveva avuto una sorta di ictus e la dovevano operare urgentemente alla testa , il male d’amianto si era manifestato con una ciste interna alla testa e le aveva procurato svenimento ed emorragia interna.

Lo sconforto prese il sopravvento, troppe persone sempre più giovani, venivano coinvolte negli effetti patologici dell’amianto, non si poteva vederla  in quanto dopo l’intervento era in sala di terapia intensiva e nessuno poteva entrare. Dopo una settimana i medici consigliavano di portarla in Hospice dove avrebbe potuto essere accompagnata “dall’altra parte della strada”.

Andai a trovarla, nell’attraversare il corridoio che portava alla sua stanza il mio pensiero era rivolto a tutti gli occupanti delle stanze e pensai al carattere di Anna, alla forza con cui fino a quel momento aveva affrontato la malattia, al coraggio che fino a quel momento aveva manifestato, non lasciando niente d’intentato, ai vari contradditori che aveva sostenuto con i medici spesso rinunciatari nei confronti di questa patologia.  Mi dicevo no Anna di qua dovrà uscire, farà di tutto perché il suo epilogo abbia un copione diverso. Mi accorsi attraversando le varie stanze dell’ospedale che  all’ingresso di ogni stanza c’era un disegno raffigurante una stagione o una pianta , nella stanza che precedeva la sua v’ era l’albero fiore , il logo scelto dalla nostra associazione come logo della chat telefonica. Sorpreso dalla combinazione entrai nella stanza di Anna con un certo ottimismo, i suoi occhi nel vedermi s’illuminarono e scrivendo,poiché non era in grado di parlare , mi espresse il desiderio di voler uscire e mi raccomandava che la raccolta fondi andasse comunque fatta. Attorniata dall’amore dei suoi familiari ,dalle preghiere dei suoi amici, giorno dopo giorno Anna ha “fregato” tutti, oggi 26 Aprile Anna compie gli anni, ha voluto anche noi dell’associazione alla festa del suo anniversario.

Questa undicesima giornata delle vittime dell’amianto la festeggeremo con due giorni d’anticipo, Anna e la dimostrazione che ogni giorno è 28 Aprile , nel suo sorriso rivediamo il sorriso dei nostri cari.

Si Anna hai ragione, l’amore per la vita è come la pianta :

E’ forte e resistente, perché nutrendola giorno dopo giorno resta viva e cresce sempre di più…prendendosi cura di essa sarà come rigenerare di volta in volta la speranza per tutte le vittime colpite dall’amianto; abbiamo  cura dell’ambiente per una vita migliore e per vincere una lunga battaglia

Il 28 aprile ,undicesima giornata delle vittime dell’amianto, alle ore 19  faremo dire una messa nella Chiesa di San Sabino  ,sede della nostra associazione, in ricordo dei nostri cari.

Lillo Mendola

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